domenica 21 dicembre 2008

Non si finisce mai di imparare.

Salve a tutti.
Piccola premessa: purtroppo sono laureato in Lingue e Letterature Inglese e Russa con votazione 104/110.
Ieri sera tardi, invece di stare con gli amici ho avuto l'incoscienza di guardare la parte finale del "discorso" del Presidente del Consiglio (in russo: soviétskij presidiént oppure presidiént soviéta, almeno credo..) in TV mentre mangiavo.
Quando il più grande imprenditore italiano ha parlato di scuola, doposcuola e grembiulini, vabbè...ma quando ha aggiunto che non si riesce a trovare degli insegnanti di inglese, un boccone mi è andato di traverso, e il mio fratellino mi ha salvato in extremis cambiando canale e porgendomi un bicchiere d'acqua.
Ho imparato la lezione. La prossima volta ascolterò i suoi discorsi solo lontano dai pasti.

PS non sto scherzando.

PPS In queste settimane ho finalmente concluso il mio racconto(?????), intitolato "Operazione Cassonetto Digitale". Ora sto facendo l'editing, insieme alle prime prove di stampa. Penso che per natale chi mi conosce se lo potrà stampare per conto proprio o spendendo quasi 5 euri in copisteria. Le prime recensioni sono altamente critiche ma positive. Almeno spero di non aver sprecato i ritagli di tempo da Luglio a questa parte.



venerdì 14 novembre 2008

No, questa volta non si scappa.....

Contro la legge anti blog
post pubblicato in Censura(Campidoglio pulito), il 14 novembre 2008


Al Parlamento è in discussione una legge che potrebbe realmente ammazzare i blog, impedendogli di esercitare il leggittimo diritto di libertà d’espressione.

Infatti è ritornato il famigerato disegno di legge Levi-Prodi che prevedeva per i blogger di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC).

Ecco gli articoli incriminati (da Punto Informatico ):

“Art. 8.
(Attività editoriale sulla rete internet).

1. L’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.

3. Sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro.”

E’ proprio questo il punto controverso, perchè è sufficiente che un blog contenga banner pubblicitari, ad esempio di Google Ads per essere assimibilabili ad “attività di impresa” dovendo quindi registrarsi a questi famigerato Registo Operatori della Comunicazione per non incorrere nei reati di stampa clandestina.

Possiamo far passare sotto silenzio tutto questo?

Certo che no.


Abbiamo deciso di unire le forze tra questo blog, il gruppo che si era costituito su Facebook ed il “gruppone” (che ha superato quota 12.000 iscritti) che coordinerà tutta la campagna.

ammazzablog

Probabilmente la data della iniziativa di mobilitazione in piazza sarà il 29 novembre, a Roma e dovunque sarà possibile. Presto altri dettagli.

Per chi volesse partecipare c’è un Gruppo su Facebook o lasci un commento qui sotto.

Per contatti: info@bobi2001.it


Tag inseriti dall'utente. Cliccando su uno dei tag, ti verranno proposti tutti i post del blog contenenti il tag. ammazza blog censura rete blog ammazzablog

permalink | inviato da campidoglio pulito il 14/11/2008 alle 10:3 | Leggi i commenti e commenta questo postcommenti (0) | Versione per la stampa

martedì 11 novembre 2008

Un piccolo passo avanti per un uomo(?), un grande passo indietro per l'umanità.

Post riportato da "2+2=5" (Le parole evidenziate in bianco sono una mia modifica).


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Luttazzi, l'eterna censura e la legge Anti-Blog. Tutto concatenato verso il fine supremo:
IL CONTROLLO TOTALE.

Contributo inviato da Moon81 il 10 Novembre 2008



Riporto questa intervista “mai” pubblicata da Repubblica, diramata però dal Blog di Luttazzi.
Daniele,con questo suo articolo ,ci dimostra ancora una volta a che livello sia la liberta di stampa un questo paese,sia da destra che da sinistra,sia chiaro.
Quest’esempio di censura ci fa capire a cosa si vuole arrivare! Le cose scomode non le vuole pubblicare nessuno,e chi le pubblica o ne parla viene attaccato o cacciato,come ora si sta cercando di fare di nuovo con Santoro,screditando e criticando la sua trasmissione, questa volta però prendendo una strada diversa dal troppo celebre ”Editto Bulgaro”.
E la cosa che mi preoccupa ancor di più è il volere esportare questo controllo anche su internet, per il Blog.

In parlamento si sta ripresentando la stessa legge che un anno fa il governo Prodi cercò di varare, e che per fortuna fu subito ritirata.
In poche parole la legge prevedeva per tutti i blog l'obbligo di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione e la conseguente estensione sulle loro teste dei reati a mezzo stampa.

E quindi,di conseguenza ,esercitare un potere di “controllo” verso i blogger,spaventandoli
a suon di denunce o richieste di risarcimento,creando così un meccanismo di auto-censura!
Sarebbe un'altro passo verso la censura legalizzata dell'informazione!

Ringrazio Pennywise per questa importantissima news e se volete, al suo link c’è l’articolo

completo riguardo il DDL Anti-Blog .
Fate girare !
Risvegliati Italia!

E Buona Lettura!


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Nei prossimi giorni lavorerò su un documento che mi farà guadagnare stima o disprezzo a seconda dei casi. Nella peggiore delle ipotesi solo indifferenza. Ma non me ne importa nulla. G. Orwell diceva che "la vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire".
In un certo senso, questo documento è la diretta continuazione di alcuni post che ho già pubblicato. Qualche mio amico e "collega" lo conosce già. Ed ognuno concorda sul fatto che le conclusioni a cui pervengo si dimostrano da sole, davanti ai nostri occhi. A tal proposito, il solito G. Orwell diceva che "ci vuole un grande sforzo per guardare la punta del tuo naso". Eppure è là, a pochi centimetri dalle tue pupille. Ma per vederlo bene hai bisogno di guardarti in una specchio. Ed è a quel punto che possono nascere dei problemi...
Questo documento sarà compreso da pochi, o forse da nessuno. Io ci provo. Perchè "non potrai mai vincere il tuo nemico, fin quando lo lasci vivere segretamente dentro di te".
E questa volta la frase a effetto è mia.

venerdì 7 novembre 2008

La versione dei fatti di p.zza Navona (Blocco Studentesco dixit)

Non avendone ricevuto altre, pubblico adesso le risposte alle domande che posi alla direzione di Blocco Studentesco qualche giorno dopo il casino in piazza Navona.
Come al solito, per avere il massimo dell'obbiettività possibile, invito chiunque a ulteriori ricerche tra più fonti possibile, provenienti da qualsiasi parte.
Ad ogni modo, tra la passeggiata alla sede di RaiTre e i nuovi filmati messi in rete, io un'idea di come sono andate le cose me la sono fatta, ma preferisco tenerla ancora per me......
Buona lettura.


Ciao, sono Davide Di Stefano, uno dei responsabili del Blocco, sono il fratello di Simone e abito e milito a Casapound da quando l’abbiamo occupata.

A) D: Sembra che la storia del cerotto e della strana confidenza con gli agenti non convincano molto. In effetti, Alberto non sembra ferito gravemente alla testa, e neanche trattato come gli altri. Come si spiegherebbe meglio questo particolare? Sapete, in \"Per un pugno di dollari\", Lee van Cliff ferisce di striscio Clint Eastwood col preciso scopo di rendere più credibile il suo piano...

R: Alberto ha tutt’ora il cerotto, gli sono stati messi dei punti. Aveva una ferita ad una gamba e non poteva sedersi, inoltre c’era un altro ragazzo in piedi. Lui è un tipo particolare, sembra sempre che stia con la testa da un’altra parte. E’ il mio migliore amico, sta a Casapound da tre anni, compare in numerosi altri video, uno anche su Lucignolo. Se fosse un infiltrato, avrebbe cominciato la sua carriera a 18 anni. La cosa migliore comunque è conoscerlo di persona, se ne avrai tempo te lo consiglio. Inoltre sulla facilità di avere infiltrati, anche storicamente ce ne sono stati più nella sinistra, nella destra più la figura del confidente. Noi siamo una comunità, loro una rete, è più facile infiltrare lì.

D: E di quali media parla Alberto quando dice \"gogna mediatica\"? Solo quello che dice nelle interviste, o altro?

R:Per quanto ne so io, Corriere.it, Repubblica.it(inizialmente) e il blog di Beppe Grillo(il più visto in Italia). Al braccio destro di Beppe Grillo abbiamo telefonato e non gliene è fregato nulla, inoltre abbiamo pubblicamente chiesto di pubblicare anche il nostro video e quello di Repubblica tv, ovviamente non l’ha fatto, anzi ha rilanciato. Mi sembra anche Santoro ne parli.

D: Secondo voi, c\'erano infiltrati, ovvero facce sospette, gente apparentemente fuori luogo, agitatori sconosciuti, in qualunque punto della piazza?

R: Uno di noi ha visto uno molto sospetto dall’altra parte, poi ritrovato in questura.

D: Come mai eravate armati, per di più con mazze tricolori?? Si era detto più o meno “Niente Armi”, come nei vecchi film. Devo dedurre che siete stati più furbi della polizia, o è stata la polizia ad essere incompetente?

R: Siamo andati con armi perché ci aspettavamo che l’antifascismo militante in tutte le sue forme, il giorno dell’approvazione del decreto e il giorno prima dello sciopero nazionale, non avrebbe permesso la nostra presenza. Il loro gesto disperato e plateale di arrivare in 400 di giorno in piazza Navona lo testimonia. Le abbiamo nascoste all’interno del furgoncino. La polizia non è stata incompetente, semplicemente ha ricevuto l’ordine di far passare i 400 per far si che noi fossimo cacciati dal movimento, far diventare il movimento “di sinistra”(basta vedere le immagini del giorno dopo) e così che poi il governo potesse attaccarlo e limitarlo al solito “rito” della sinistra.

D: Delle testimonianze indicano come il vostro assalto sarebbe stato condotto in maniera “professionale”. Conoscete le tecniche di assalto all’arma bianca? E i principi base della disposizione di uomini e drappelli? Tutto questo rispecchierebbe una organizzazione gerarchica del vostro organigramma, e se non sbaglio l’associazione di tipo paramilitare è reato. Qual è la vostra versione?

R: Siamo una comunità basata su principi di gerarchia naturale. Non un gruppo paramilitare, ma un gruppo di ragazzi coraggiosi. Militarmente abbiamo fatto molti errori, basta vedere il filmato. Chi aveva un’organizzazione militare erano loro, dove Rifondazione con il suo servizio d’ordine ha organizzato la “schermaglia di piazza”. Leggiti le dichiarazioni del loro arrestato, Yassir Goretz, 34 anni e capo del servizio d’ordine, in cui rivendica l’azione spiegando come “sono stati sbaragliati i fascisti”.

D: Riguardo alle fotografie, la foto che vi ritrae in formazione con le mazze impugnate è praticamente la stessa che c’è nella pagina dei contatti di CasaPound. È il vostro “segno di riconoscimento” (come l’Haka degli All Blacks Neozelandesi)? Non sono contrario a queste affermazioni di identità, che sia chiaro (vorrei farvi vedere me a un concerto thrash metal) ma vi faccio notare che smorzerebbe l’ipotesi del vostro atteggiamento aggressivo (per le anime belle, purtroppo, ogni parvenza di marzialità è violenza da condannare).

R:La formazione che assumiamo è la stessa che si vede nelle immagini di google si digiti “autonomia operaia”. Fai un po’ te se sono un segno di riconoscimento. La marzialità non era per i media, ma per i 400 davanti a noi che volevano ammazzarci. Serve a intimorire, infatti ha funzionato, nessuno di loro ha avuto le palle di avvicinarsi per primo sulla nostra prima fila.

D: Tuttavia rimane il fatto che almeno un vostro esponente è stato fotografato mentre picchiava un ragazzino. Riconoscete come appartenenti al vostro movimento (Blocco Studentesco) tutti i militanti schierati in piazza Navona? E che mi dite del pestaggio in stile tanti-contro-uno? Scusatemi, ma non è una cosa da guerrieri leali…..in qualunque caso.

R: A fermare il nostro camioncino c’era gente di 37 anni, e 50 enni dei Cobas. Ci siamo menati e le hanno prese. 400 contro 30 finisce pari, 30 contro 30 prendono la sveglia. Quello per terra vittima del “pestaggio” è quello di 37 anni. La cosa è partita alla pari, loro avevano un cordone di 30 persone che dal filmato che sto per realizzare, appena terminate queste risposte, si vede come siano grandi d’età, come insultino e come si bardino per attaccare.

D:"I nostri nemici, non sono qui. Sono in quel cazzo di palazzo". Vi rendete conto di ciò che ha detto il vostro militante sul furgone? Come bisogna intendere queste parole?

R: Sono io quello che le ha dette. Certo che so come intenderle, non parlo a vanvera. Noi volevamo e vogliamo l’unità di tutti gli studenti per difendere il nostro futuro. Noi sfilavamo con i ragazzi con le stelle rosse in quei giorni, senza nessun problema. Il problema lo hanno fatto le organizzazioni di sinistra, ovvero collettivi universitari, UdS, centri sociali, Cobas e rifondazione, col beneplacito di Di Pietro e Pd che dovevano agitare la piazza contro Berlusca. Noi andavamo contro la Gelmini, la 133, ma fischiavamo i senatori come Vita e la Finocchiaro che venivano a strumentalizzare. Quelli dei collettivi dicevano agli studenti “non li fischiate, sono di sinistra”.


E, tanto perché sono incuriosito:
D: Ezra Pound nell'italia fascista come Maksim Gorkij nell'U.R.S.S. Quanto vi sembra corretta questa similitudine?

R: Forse sono un ignorante, ma non conosco Maksim Gorkij.

D: Rischio anch’io un pestaggio per avervi inviato questa mail?

R: Certo, noi picchiamo gli studenti di 13 anni, facciamo colazione spalmando la marmellata con coltelli a scatto, e a tempo perso picchiamo i negri(un nostro militante è Italo africano e un altro è indiano) . Figuriamoci se ci facciamo problemi a cercarti per bastonarti in 40 contro uno.

Bene, mi sembra di avervi chiesto tutto. Rispondete pure con calma.
Comunque vi invito a visitare il mio blog.
Grazie a tutti voi per l’attenzione che spero mi dedichiate.

Grazie a te, continua a ricercare la verità. Poi se vuoi passare al nostro pub ti offro una birra!

mercoledì 5 novembre 2008

Aggiornamenti

Ho ricevuto ieri alle 15:39 l'e-mail di risposta da Blocco Studentesco. Purtroppo ho dimenticato di chiedergli, nella stessa, l'autorizzazione a pubblicare tutto, avendola impostata in maniera un pò diversa dalla classica forma di intervista, quindi sto aspettando il loro consenso. Inoltre, per correttezza e completezza, ho inoltrato la stessa e-mail a uno dei coordinatori storici del movimento, Gianluca Iannone.
A prestissimo per ulteriori sviluppi.

"Il male prende il sopravvento solo quando i buoni non fanno nulla."
Proverbio russo.

domenica 2 novembre 2008

Noi odiamo chiunque.

Ogni tanto viene la voglia di spaccare la faccia a qualcuno. Il tempo e le occasioni per mettersi a ragionare diventano sempre più rare e fuori moda. Per tutta risposta, ognuno identifica un nemico da distruggere, responsabile di tutto ciò che gli capita di male. Fin qui niente di strano. Ma quando si possiede un'ironia affilata e uno humour caustico, unito ad un atteggiamento "piedi per terra", può capitare di esprimere un'atteggiamento più "inusuale".
Beccatevi il video all'angolo, mentre preparo una bella email a chi sapete bene......
A presto.

Type 0-Negative - We hate everyone


venerdì 31 ottobre 2008

Cerchiamo di capirci qualcosa.

Consiglio la visione di questi video. Vi si dice tutto e il contrario di tutto. Come sempre accade in questi casi.

http://it.youtube.com/watch?v=E3mEujwkioA&feature=related
Scontri a piazza Navona: "Non sono un infiltrato"

http://oknotizie.alice.it/go.php?us=697018197e7e5e8b
Trovato il poliziotto infiltrato negli scontri.

http://it.youtube.com/watch?v=NYfdPdV66f0&feature=email

L'ombra dei manovratori

http://it.youtube.com/watch?v=5wTeI_tatoY

Scontri a piazza Navona - la verità su questo video!

http://it.youtube.com/watch?v=UfddVgA6TdI&NR=1
Scontri in piazza Navona tra studenti


Annuncio che ho intenzione di contattare Blocco Studentesco e Casapound, se non altro per sentire anche la loro campana. Per ora in corrispondenza privata, che pubblicherò appena e se sarà stata di qualche utilità.
Al riguardo, affermo che sono immune dai paraocchi ideologici che tanto fanno sentire meglio le persone che delegano ad altri la propria facoltà di pensiero, critica e ragionamento.
Ci sentiamo presto.

Un pò di cose serie, una volta tanto.

Pubblico questo post dal blog "Campidoglio Pulito", postato il 31/10/2008 alle 9:52.


Preveniamo le infiltrazioni studiando Pasolini
Post pubblicato in il governo(?) Berlusconi & C., il 31 ottobre 2008


Da MicroMega

Questa è una lettera aperta, rivolta agli studenti delle scuole superiori e delle università italiane, che finalmente si riversano nelle strade e dentro le scuole del Bel paese, per dire al Potere politico, italiano e mondiale, che la crisi finanziaria non si paga attentando al patrimonio dei diritti repubblicani.
Sotto accusa, diretta o indiretta, è un'intera epoca, che impareremo nei prossimi anni a definire “Il trentennio” (della colonizzazione mercantile, militare e psichiatrica), e che tutto sommato aveva pensato di poter prima svincolare, e poi anteporre, la trama economica a qualunque contesto o disegno di società e di comunità.

Io vi ringrazio, cari studenti. Con tutto il mio cuore di poeta, innamorato della vita e dell'umanità, e della politica intesa come volontà collettiva di realizzare speranze.
Voi siete i primi agenti spontanei di un risveglio probabilmente epocale.
Sentitevi investiti di una enorme responsabilità.
Perché questo è un risveglio che potrà diffondersi dalle scuole alla società, sino ad irradiarsi nel mondo soffocato dello sfruttamento interinale, ed anche, magari, nel disagio classista dei nuovi proletari extracomunitari.
State spegnendo la televisione. Scoprendo pubblicamente che tutto il mondo sino ad oggi rappresentato, altro non era che una platonica grotta di ombre virtuali.

Arrivo al dunque.
Siete una realtà potenzialmente molto importante, e per questo hanno già deciso di infiltrarvi.
L'eventualità di un risveglio collettivo non allieta le notti di chi da trent'anni è abituato a concepire la cittadinanza come massa di infanti da distrarre o impaurire.
Hanno deciso di infiltrarvi per pilotare la vostra inesperienza verso una nuova Genova.

Lo suggerisce con antica e nota ambiguità il Presidente emerito Cossiga:
“infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città” (23/10/08, “Quotidiano nazionale”).
Ufficializza la provocazione “Il Giornale” del 26 ottobre, che apre con il titolo: “Scuola, nei cortei rischio infiltrazioni BR”. La minaccia, nemmeno troppo velata, è già stata consegnata: se il Movimento studentesco non si sgonfia, sarà destabilizzato dall'interno, perché l'attuale classe dirigente non può permettersi che la protesta contamini il mondo del lavoro.

Dovete per questo prevenirvi. Immunizzarvi. Irradiare consapevolezza e responsabilità, dove possono annidarsi irrazionalità e ignoranza (e quindi violenza).
Suggerisco di inserire nei programmi didattici delle occupazioni e delle autogestioni scolastiche, laboratori di studio sulle infiltrazioni terroristiche e militari all'interno dei movimenti studenteschi degli anni '70.
Si potrebbe partire, ad esempio, dallo studio degli atti della “Commissione parlamentare di inchiesta sul terrorismo in Italia e sulla mancata individuazione dei responsabili delle stragi”, presieduta dall'Onorevole Giovanni Pellegrino.

Studiare gli errori del passato, per prevenire le trappole del presente.
Ma soprattutto, occorre formulare un vero e proprio “antidoto culturale” che renda il Movimento naturalmente impermeabile ad ogni tentativo di manipolazione esterna, ideologica o militare.

Consiglio in questo senso la rilettura degli Scritti corsari e soprattutto di Petrolio di Pier Paolo Pasolini, che è davvero un romanzo antropologico sugli anni di piombo e sul Novecento.
Ed anche un libro importantissimo come L'eresia di Pasolini (Effigie, 2005) di Gianni D'Elia, che invita ad uscire dal dualismo dello scontro e al battesimo di una nuova Sinistra culturale, che sappia leggere Marx ma anche Leopardi, e che non debba mai più trovarsi a dover scegliere tra umanità e responsabilità, tra lotta e poesia.

Davide Nota

giovedì 30 ottobre 2008

No, sembra di no.....

Ma il confine tra la prudenza e la paranoia a volte è sottile......dal blog Campidoglio Pulito mi segnalano che il video è ancora disponibile a quest'indirizzo: http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-a
Comunque l'ho ritrovato, con il titolo accorciato e caricato circa venti minuti fa, sempre su YouTube, all'indirizzo
http://www.youtube.com/watch?v=ITRXg432Hc0
Falso allarme (speriamo)...

SABOTAGGIO?

Il video di cui parlo nel post intitolato "Era Ora" (e non più visibile nella barra video a lato) , riguardante un infiltrato della polizia in un gruppo di manifestanti di destra, è STATO RIMOSSO!! YouTube mi dice che è stato rimosso dall'utente, ma questa storia puzza. Puzza tremendamente!! Mi dispiace di non essermelo scaricato in tempo. In futuro non farò più errori di questo genere.

Era ora!

Siamo fortunati. Siamo ancora fortunati. Siamo davvero fortunati a sottostare a una dittatura dolce che però riesce a perdere la calma. Pensate a una classe dirigente che non commette errori, che riesce a cambiare la verità a proprio piacimento. Che ha ormai il totale controllo sulle coscienze. Che ha i mezzi più efficienti per esercitare il proprio potere.
Siamo fortunati. Al governo non c'è ancora una razza di "uomini" simile a quella che costituisce il Partito Interno (e se non sapete di cosa parlo, rileggetevi il mio post su 1984). Siamo fortunati, perchè ci stanno sottovalutando. Siamo fortunati perchè solo un beota puo rilasciare dichiarazioni come quelle dell'ex presidente Cossiga. Siamo fortunati perchè il giovane poliziotto infiltrato del video è il classico stupido mandato a fare il lavoro sporco, la classica pedina sacrificabile. Mi piacerebbe saggiare di persona le sue doti civiche e "poliziesche". Vergognati, schiavetto indottrinato!! Piccolo egoista prezzolato!!! Spero che ti facciano una nota di merito per quello che hai fatto, e che ti puniscano per come ti sei fatto scoprire. Grazie per appartenere a quelli lì.
Ai manifestanti di destra coinvolti loro malgrado va tutta la mia solidarietà. E vaffanculo a chi li liquida subito come fasci!!!! Sono solo ragazzi la cui energia supera l'accortezza e la saggezza, gli stessi che alimentavano le file degli Arditi durante la Grande Guerra. Spero solo che si rendano conto di quello che fanno, e che il nemico vero non è quello che credono, cioè quello alla loro portata (zecche, froci e negri). Spero che questi ragazzi aprino gli occhi. Sinceramente.

mercoledì 29 ottobre 2008

Commento a "I problemi dell'Università visti da dentro"

Il Presidente del Consiglio si comporta con lo stato italiano come si comporterebbe riguardo la gestione di una delle sue aziende.
Se una azienda ha gravi problemi finanziari, un imprenditore ha due scelte: ridurre i costi o aumentare la produttività e gli utili.
La prima soluzione è la più semplice, la più egoista e la più facile da attuare servendosi del "potere contrattuale", termine che indica la facoltà di influenzare le scelte di gestione. Ed è tipica di una classe dirigente priva di effettive capacità manageriali, quelle che nel breve, nel medio e nel lungo periodo danno risultati positivi. Ciò comporta una analisi oggettiva della situazione, in cui coraggio, determinazione, effettiva voglia di fare e sensibilità ai problemi degli interessati costituiscono parte integrante.
Invece di aumentare la produttività in termini di cultura, formazione e know-how, si sceglie la tattica del taglio alle spese.
La maggioranza non è nè intelligente nè competente, mentre l'opposizione è ancora ancorata a concezioni belle sulla carta ma inutili nella pratica.
Da qui si evince che l'ago della bilancia è costituito dal comportamento delle parti in causa, di chi rischia davvero di non percepire più reddito; ma fino a che queste parti si lasceranno ancora condizionare dalle regole concepite e imposte dalla classe politica, ogni opposizione sarà perfettamente inutile.
Sono un laureato in lingue straniere, e non ho neanche accarezzato l'idea di poter essere, un giorno, un docente. Ma la rassegnazione è peccato. Per quanto possa essere ignorata, bisogna far udire la propria voce. Da soli o in compagnia. Una voce che ribadisce la sfiducia del popolo italiano di serie B nei confronti della propria classe politica. Amen.


Questo post è visibile nei commenti all'omonimo articolo pubblicato su 2+2=5 e sul blog di Alessandro Tauro.

Quando ce vò, ce vò.

Invitiamo tutti i componenti del gruppo 2PIU2UGUALE5 a diffondere questa iniziativa ,attraverso il banner, e-mail ,i propri blog e con tutti i mezzi che ritengono utili ed efficaci!
La riteniamo un'iniziativa importantissima e chiediamo il vostro aiuto! Diffondiamola!
I blog Campidoglio Pulito e 2più2uguale5
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SIAMO TUTTI STUDENTI!

In questi giorni, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e l’emerito Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga , hanno fatto dichiarazioni vergognose e minatorie, rivolgendosi a tutto il popolo italiano!

Hanno minacciato di rappresaglia fisica i nostri ragazzi che, pacificamente, manifestano contro la taglia - Gelmini.

Noi, oltre che stare accanto ai nostri ragazzi, abbiamo il dovere di proteggerli.

Il nostro appello è rivolto a tutti i genitori e a tutte le famiglie degli studenti , affinché partecipino alle proteste, alternandosi accanto ai loro figli , documentando tutto, assemblee, cortei, manifestazioni e, ovviamente, calmando, se necessario, anche gli esagitati che, per la legge dei grandi numeri probabilmente ci saranno.

Partecipiamo coi nostri ragazzi a tutte le manifestazioni che ci è possibile.

Ma soprattutto, il 30 ottobre alla grande manifestazione nazionale di tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Scendiamo in piazza insieme a loro, con loro, ma soprattutto per loro.

La riforma della scuola riguarda tutte le famiglie italiane.

I NOSTRI RAGAZZI NON PAGHERANNO PER LORO!

giovedì 16 ottobre 2008

NON SONO MORTO, MI DISPIACE!

Ma per fare un buon vino ci vuole taaaaanto lavoro.......sennò quest'inverno che cosa beviamo? Comunque, a pochi giorni dalla fine di questa guerra chiamata vendemmia, inizio ad avere un pò più di tempo libero da dedicare al blog. Nel frattempo, vi annuncio che è stato realizzato il seguito di ZEITGEIST, intitolato Zeitgeist Addendum. The revolution is now......
Ci sentiamo presto.....

sabato 20 settembre 2008

Benessere materiale, malessere spirituale.

Se credete che il computer, il cellulare, l'idromassaggio, l'aereo o gli OGM facciano parte di quel bagalio di meraviglie che ognuno di noi può vantarsi di "avere" nella nostra epoca (sempre se sia cittadino del cosiddetto "primo mondo"), vi sbagliate di grosso. Già nel 1932, simili cose erano già state concepite. Non è stato inventato più nulla di nuovo. Si può dire che il mondo contemporaneo è lo stesso di 70-80 anni fa. Si può obiettare a questa mia affermazione solo se si è una persona che non si interroga sull'origine delle cose che vede ogni giorno, a cui non interessa la provenienza del cibo che mangia, a cui non importa sapere cosa succede al di là della propria esistenza, perchè simili interrogativi ruberebbero tempo al godimento delle "conquiste del benessere moderno". Perchè mai preferire un film storico ad uno con la coppia Boldi-De sica e la bellona di turno? C'è il rischio di annoiarsi e si farebbe brutta figura con gli amici, risultando eccentrico, strano o addirittura asociale. Chiedo scusa per il velato attacco alla decadenza intellettuale della cultura di massa italiana.
Buona lettura.


L’eccentrico umanista inglese

Aldous Leonard Huxley (1894 - 1963) nacque a Godalming, nella contea del Surrey, in Inghilterra. Era il figlio dello scrittore Leonard Huxley e della sua prima moglie, Julia Arnold, figlia di Matthew Arnold, nonché nipote del noto biologo Thomas Henry Huxley, grande sostenitore delle teorie Darwiniste. Nel 1911 si iscrisse alla scuola pubblica di Eton ma, appena iniziati gli studi, contrasse una malattia, la keratitis punctata, che gli danneggiò gravemente la vista. La cecità parziale lo rese inabile all'arruolamento per la Prima Guerra Mondiale.
Quando la sua vista si fu parzialmente ristabilita, frequentò letteratura inglese al Balliol College, presso l'università di Oxford, laureandosi nel 1915(1). Durante la prima guerra mondiale, frequentò spesso il sofisticato ambiente di Garsington Manor, casa di Lady Ottoline Morrell, dove conobbe e sposò Maria Nys. In questo periodo fu anche insegnante di George Orwell, ad Eton. Successivamente, in Crome Yellow (Giallo Cromo, 1921) satireggiò sullo stile di vita al quale assistette a Garsington, senza tuttavia inimicarsi i suoi ospiti, i Morrell. Nutrì sempre una forte passione per l'Italia, dove dimorò dal 1923 al 1930 (esclusi il 1925 e il 1926, trascorsi viaggiando per l'India). Dopo aver composto romanzi e racconti, nel 1932 appare Brave New World (2). La data in cui Huxley scrive il romanzo è significativa; il fascismo è affermato in Italia, il nazismo in Germania e il nuovo regime russo è ormai stabilizzato: sono nate le grandi dittature che lasceranno un segno indelebile sull’uomo moderno. L’affermazione di questi regimi dà adito a interrogativi e questioni di carattere politico, ma anche sociale, teorico e filosofico. Lo sviluppo tecnico ha infatti messo nelle mani dei dittatori strumenti di comunicazione potentissimi quali la
radio e i quotidiani, la cui diffusione consente di far sentire la voce del potere ovunque. Il progresso tecnologico avanza con una velocità che sembrava inimmaginabile fino a poco tempo prima, la catena di montaggio fa il suo ingresso sulla scena industriale, l’alfabetizzazione aumenta notevolmente, eppure Huxley non riesce ad essere ottimista. In Brave New World Revisited (1958) Huxley, che riprende i temi de Il mondo nuovo alla luce delle scoperte scientifiche e degli
avvenimenti politici mondiali succedutisi nell'arco di tempo che separa le due opere, ci dice con stupore e sgomento che quando scriveva, nei primi anni ‘30, il problema principale era quello del disordine, e le dittature furono, in parte, la risposta a una “volontà d’ordine”. A 27 anni di distanza il problema principale era diventato quello dell’ordine eccessivo e dell’organizzazione totale. Tra il 1934 e il 1937 Huxley compie una serie di viaggi in Centroamerica e negli Stati Uniti. A New York, nel 1937, entra in contatto con l'équipe medica dei dottori Bates e Corbett, che riescono a curare la sua malattia alla cornea. Ottenuto in breve tempo un miglioramento notevole, pubblica The Art of Seeing, a titolo di gratitudine per i due pionieri della scienza medica. Il saggio, datato 1943, è il tentativo dell'autore di mettere in correlazione i metodi di educazione visiva con le più recenti dottrine della psicologia e della filosofia critica. Nel marzo del 1942 si trasferì a Llano, in California(3). Nel 1938 aveva conosciuto J. Krishnamurti, di cui ammirava molto gli insegnamenti. Divenne un indù seguace del Guru Swami Prabhavananda, iniziò a praticare meditazione e dieta vegetariana.
A partire dagli anni '50 lo scrittore abbandona progressivamente la narrativa per dedicarsi sempre più intensamente alla speculazione filosofica. Questa ricerca lo porta ad approfondire gli studi esoterici (intrapresi più di vent’anni prima in occasione dei viaggi in India) e a sperimentare su sé stesso gli effetti di sostanze come la mescalina e l'acido lisergico, che per primo denominò
“psichedeliche” e che gli rivelarono nuove capacità e nuovi orizzonti della psiche umana, a cui fu introdotto dallo psichiatra Humphrey Osmond nel 1953. Venne duramente criticato per questo aspetto della sua ricerca, considerata deviante e pericolosa, sebbene a riguardo non si possa far altro che prendere atto che si trattò di un aspetto della sua personale ricerca della verità. In
particolare, lo scrittore tenta di far convergere in un'unica forma di esperienza la conoscenza scientifica e quella mistica ma, come scrive in Literature and Science, “più la scienza amplia i suoi confini e maggior comprensione ci dà dei meccanismi dell'esistenza, più chiaramente spicca il mistero stesso dell'esistenza”.
L'esperienza di Huxley con le sostanze psichedeliche è descritta nei saggi The Doors of Perception (Le porte della percezione, 1954), titolo preso da alcuni versi di William Blake, e Heaven and Hell (Paradiso e Inferno, 1956). Il titolo del primo dei due saggi fu d'ispirazione per il nome del gruppo rock The Doors. Alcuni dei suoi scritti sulle sostanze psichedeliche divennero letture popolari tra i primi hippies. Sua moglie Maria morì di cancro al seno nel 1955;
nel 1956 Huxley si risposò con la torinese Laura Archera. Nel 1960 fu diagnosticato a Huxley un cancro alla laringe e la vista riprese a peggiorare. Negli anni che seguirono scrisse il romanzo Island (L'isola, 1962) (4) e diede lezioni sulle “potenzialità umane” allo Easlen Institute. Queste idee furono le fondamenta su cui si costituì lo Human Potential Movement. Nel 1959 la American
Academy of Arts and Letters premiò Huxley con l’Award of Merit for the Novel, che era stato vinto, prima di lui, da Thomas Mann, Ernest Hemingway e Theodore Dreiser. Scrisse, inoltre, uno dei primi trattati di ecologia a cui ancora adesso si ispirano i gruppi verdi americani. Nel 1960 gli viene diagnosticato un cancro alla lingua e la vista riprende a peggiorare.
Il 12 maggio del 1961 un incendio distrusse tutti i suoi libri e le sue carte. La perdita fu una prova durissima. Sul letto di morte, incapace di parlare, chiese alla moglie, per scritto, di ricevere un'iniezione endovenosa di 100 microgrammi di LSD. Lei lo accontentò e Huxley muore la mattina seguente, il 22 novembre 1963, lo stesso giorno in cui John F. Kennedy viene assassinato a Dallas. In un discorso tenuto nel 1961 alla California Medical School di San Francisco, Huxley profetizzò:

Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici.


1 L’esperienza personale di Huxley lo portò ad isolarsi, non escluso dagli altri, dall'upper class in cui era nato. Già da bambino era considerato diverso, dal momento che dimostrava una prontezza, un’attenzione e un’intelligenza del tutto straordinarie. Questo suo senso di disagio nel far parte di quella che si considerava la “classe superiore” viene rispecchiata in ogni suo romanzo, da Antic Hay a Point Counter Point, fino ad arrivare a Brave New World in cui troviamo due personaggi importanti come Bernardo Marx e Helmholtz Watson, i cui problemi esistenziali nascono dalle differenze con gli altri membri della classe elitaria.

2 Nel 2000 il noto gruppo heavy metal inglese Iron Maiden pubblicò un album, intitolato Brave New World, il cui testo della title track è ispirato all’omonimo romanzo Huxleyano.

3 Fondamentale fu la sua permanenza negli Stati Uniti: alla fine degli anni ‘30 Huxley fece parte della leggendaria epoca d’oro della “Far Western Philosophy”, che vedeva tra i suoi elementi di spicco persone come Thomas Mann, Christopher Isherwood, Alan Watts, Swami Yogananda, Gerald Heard.

4 Quella di Island non é una realtà descritta strumentalmente per evidenziarne distorsioni e negatività, come Brave New World. È un vero e proprio esempio di come si possa vivere liberi, nella perfezione sociale e nel cammino verso quella spirituale. Huxley crede nella possibilità di “costruire” un mondo perfetto; il suo progetto non é slegato dalla realtà o palesemente impossibile.



Libertà o felicità?

La Londra nella quale è ambientato il romanzo è una delle città dello Stato Mondiale, un unico governo che controlla l’intero pianeta attraverso dieci Controllori Mondiali sparsi per il globo. L’intera popolazione mondiale (o quasi) è concepita artificialmente, condizionata durante lo sviluppo prenatale e infantile e chiamata a ricoprire il proprio ruolo, gerarchicamente inquadrato in un sistema di cinque caste: Alfa, Beta, Delta, Gamma ed Epsilon. Non esistono più malattie, guerre, carestie, il tenore di vita si è elevato ai massimi possibili, lo sviluppo tecnologico ed economico ha avuto una evoluzione vertiginosa, e non si è mai avuto, nella storia umana, un tale livello di consumo di beni. Nell’anno 632 dopo Ford, a tutti è permesso accedere ad ogni tipo di piacere. La grande azienda del World State lavora per i suoi abitanti, e loro per lei. Ma anche
nelle migliori aziende si possono commettere piccoli errori.
Bernard Marx, un’Alfa, ha una statura inferiore a quella prevista dai canoni estetici della sua casta, forse causata da una accidentale immissione di alcol nel suo flacone durante la gestazione artificiale. In Helmholtz Watson, invece è presente addirittura un eccesso delle migliori caratteristiche del suo gruppo. La deficienza dell’uno e l’eccedenza dell’altro, e il senso di lieve apprensione esistenziale che ne deriva, è il carattere che li accomuna e li rende entrambi degli outcasts, sebbene per motivi diversi: Bernard Marx invidia la prestanza fisica di Watson, mentre questi avverte, per via di una sovrabbondanza di intelletto, un vuoto nella vita che conduce.
Sebbene ci sia una totale libertà sessuale, Bernard non è ancora riuscito, in particolare, ad avere un rapporto diverso dalla norma con una ragazza Beta, Lenina Crowne. A tal fine le chiede di accompagnarlo in un viaggio nella Riserva.
È questa una vasta estensione di territorio selvatico (lasciata intatta per motivi turistici, essendo priva di altro interesse economico), corrispondente alla zona di confine tra Messico e USA che ospita, in società semi tribali i cosiddetti selvaggi, cioè coloro che hanno rifiutato o non hanno beneficiato della civiltà. Durante il viaggio, i due scoprono l’esistenza di una donna Beta, Linda, perdutasi nella riserva circa venticinque anni prima che, per via di un errore di contraccezione, ha partorito un figlio chiamato John. Il padre di John, direttore del Central London Hatchery And Conditioning Centre, è un superiore di Bernard e Lenina.
Il ragazzo è cresciuto nella riserva; il suo stato di figlio di una donna “civile” ne ha ostacolato l’integrazione col resto degli abitanti del villaggio, Malpais. E non ha mai visitato lo straordinario mondo che la madre(1) gli ha descritto da piccolo. John è il terzo outcast del romanzo.
Nella riserva John ha trovato un libro di opere di Shakespeare miracolosamente conservatosi, con il quale si è esercitato nella lettura, e dal quale ha maturato una personale filosofia, sospesa tra la romantica passione per la natura incontaminata e l’ammirazione per i prodigi dell’umanità che egli immagina sfogliando le pagine dell’antico testo. Bernard decide di riportare i due a Londra; la notizia del ritrovamento di John e Linda causa un’ondata di popolarità che investe un impreparato Bernard, improvvisamente ritrovatosi al centro dell’attenzione nell’ambiente “mondano” degli Alfa e dei Beta. Linda, invecchiata normalmente perché priva, nella riserva, degli alimenti e dei farmaci necessari, decide di trascorrere gli ultimi giorni in stato di euforia chimica, nel suo appartamento, tra i comfort dalla civiltà; John invece viene introdotto nella società da Bernard.
Il primo impatto con il Brave New World riempie di meraviglia John che, tuttavia, trattato come una curiosità esotica e considerato “il signor selvaggio”, inizia ad avvertire un nuovo senso di disagio. Attratto da Lenina, sente però il bisogno di corteggiarla, respingendo i prematuri approcci della ragazza. Presto in John lo stupore cederà il posto alla repulsione. Inorridito dalla disumanità emotiva davanti al decesso della madre (spogliato di ogni rispetto per un fine educativo, il Condizionamento alla Morte), dalla morale edonistica (l’uso del Soma, uno psicofarmaco distribuito dallo Stato) e dalle bizzarrie biologiche come il Processo Bokanovsky, John decide di tentare una rivolta. In una fabbrica, getta da una finestra delle dosi di Soma da distribuire a file di gemelli Delta impiegati nelle catene di montaggio, seguito da una piccola sommossa di quest’ultimi, domata in modo indolore dalle squadre di sicurezza, dalle quali John viene bloccato e portato al cospetto di Mustaphà Mond. Qui, con la presenza di Bernard e Helmoltz, John inizia il suo colloquio con il Governatore:

Mustapha Mond shook hands with all three of them; but it was to the Savage that he addressed himself. “So you don't much like civilization, Mr. Savage,” he said. The Savage looked at him. He had been prepared to lie, to bluster, to remain sullenly unresponsive; but, reassured by the good-humoured intelligence of the Controller's face, he decided to tell the truth, straightforwardly. “No.” He shook his head. (Brave New World, p. 181. Tutte le citazioni saranno tratte dal testo originale.)

Il loro dialogo è l’esposizione delle motivazioni dell’uno e delle confutazioni dell’altro. La libertà dai condizionamenti, l’arte, la verità, la passione e la spiritualità sono gli argomenti di John, che Mustaphà Mond (il quale cita Shakespeare durante la propria argomentazione, stupendo John per tale conoscenza) non respinge in quanto tali, ma perché gli ideali del Selvaggio sono in diretta
antitesi con quelli di stabilità sociale sui quali si regge il sistema. Ancora una volta, spiega il Governatore, gli uomini hanno preferito la felicità alla libertà, il condizionamento passivo ad una attiva lotta per la vita. Morte, dolore, tristezza, i prodotti dell’appagamento dell’individualità, sono esorcizzati tramite una totale comunione e omologazione di non-individui, nei quali le passioni violente sono sotto controllo tramite la somministrazione del piacere o la sua privazione. Marx e Watson vengono esiliati in Islanda. Invece John, rifugiatosi in un vecchio faro per condurre una vita ascetica a contatto con la natura, ad un certo punto non sopporta più la vicinanza della civiltà e decide di compiere un ultimo gesto di rivolta: le ultime pagine del libro, descrivendoci il silenzio nel suo ultimo rifugio e l’immagine dei suoi piedi che oscillano come l’ago di una bussola, ci rivelano che si è tolto la vita. E il Brave new world, That has such people in't! (2) , intanto, continua a far girare le sue ruote:

They're the gyroscope that stabilizes the rocket plane of state on its unswerving course. (Brave New world, p.184)

1 La riproduzione vivipara è considerata propria degli animali e dei selvaggi; nel Mondo Nuovo, parole come padre o madre sono considerate oscene.

2 Sono le parole pronunciate da Miranda nell’Atto V del Tempest di Shakespeare, che danno il titolo al romanzo.


Il mondo d’acciaio, cemento e vetro

La particolarità della società descritta da Huxley è la totale somiglianza, ad un primo sguardo, a una autentica realtà utopica. Il benessere materiale e le aspettative di vita non sono mai state così elevate. Il lavoro giornaliero non supera le sette ore, nuovi svaghi e divertimenti sono accessibili a chiunque. Tutti sono felici, liberi di abbandonarsi senza proibizioni alle gioie del sesso
e a stati di euforia, rilassatezza o sonno indotti chimicamente dal Soma. Nessuno sembra lamentarsi di nulla (tranne Bernard, Helmoltz e John). Ma tanta felicità esige una contropartita.
La popolazione del World State è stata pianificata in modo da non permettere movimenti o squilibri demografici. Come delle automobili prodotte in serie, così gli esseri umani vengono concepiti artificialmente in modelli o caste: gli Alfa ricoprono ruoli direttivi, i Beta quelli esecutivi o semidirettivi, mentre i lavori seriali, più noiosi o faticosi vengono affidati agli appartenenti ai
gruppi Delta, Gamma ed Epsilon, prodotti in serie illimitate di gemelli tramite gemmazione dell’ovulo fecondato e atrofizzati durante la gestazione per causarne un’intelligenza limitata al ruolo lavorativo. Il ricambio generazionale è assicurato da una morte indolore che sopraggiunge a circa sessant’anni, dopo una continua giovinezza; come automezzi che vadano in rottamazione, gli abitanti deceduti vengono cremati e i minerali dei cadaveri riciclati.

“These,” he waved his hand, “are the incubators.” And opening an insulated door he showed them racks upon racks of numbered test-tubes. “The week’s supply of ova. Kept,” he explained, “at blood heat; whereas the male gametes,” and here he opened another door, “they have to be kept at thirty-five instead of thirty-seven. Full blood heat sterilizes.” Rams wrapped in thermogene beget no lambs.
Still leaning against the incubators he gave them, while the pencils scurried illegibly across the pages, a brief description of the modern fertilizing process; spoke first, of course, of its surgical introduction – “the operation undergone voluntarily for the good of Society, not to mention the fact that it carries a bonus amounting to six months’ salary”; continued with some account of the technique for preserving the excised ovary alive and actively developing; passed on to a consideration of optimum temperature, salinity, viscosity; referred to the liquor in which the detached and ripened eggs were kept; and, leading his charges to the work tables, actually showed them how this liquor was drawn off from the test-tubes; how it was let out drop by drop onto the specially warmed slides of the microscopes; how the eggs which it contained were inspected for abnormalities, counted and transferred to a porous receptacle;…how, if any of the eggs remained unfertilized, it was again immersed, and, if necessary, yet again; how the fertilized ova went back to the incubators; where the Alphas and Betas remained until definitely bottled; while the Gammas, Deltas and Epsilons were brought out again, after only thirty-six hours, to undergo Bokanovsky’s Process. (Brave New World, p. 6-7)


Lo sviluppo psico-fisico di ogni abitante è stato pianificato sin dal concepimento secondo il ruolo della propria casta: ai feti Alfa sarà permessa una nutrizione prenatale migliore in confronto al sottosviluppo programmato degli Epsilon e alle correzioni chimiche operate su feti di Delta e Gamma:

“Essentially,” the D.H.C. concluded, “bokanovskification consists of a series of arrests of development. We check the normal growth and, paradoxically enough, the egg responds by budding.”… “Ninety-six identical twins working ninety-six identical machines!”. The voice was almost tremulous with enthusiasm. “You really
know where you are. For the first time in history.” He quoted the planetary motto. “Community, Identity, Stability.” Grand words. “If we could bokanovskify indefinitely the whole problem would be solved.” Solved by standard Gammas, unvarying Deltas, uniform Epsilons. Millions of identical twins. The principle of mass production at last applied to biology. (ibidem, p. 8-9)

Viene praticato, nelle strutture pubbliche per l’infanzia, il condizionamento mentale durante il sonno, l’ipnopedia:

A nurse rose as they entered and came to attention before the Director. “What’s the lesson this afternoon?” he asked. “We had Elementary Sex for the first forty minutes,” she answered. “But now it’s switched over to Elementary Class Consciousness.” The Director walked slowly down the long line of cots. Rosy and relaxed with sleep, eighty little boys and girls lay softly breathing. There was a whisper under every pillow. The D.H.C. halted and, bending over one of the little beds, listened attentively. “Elementary Class Consciousness, did you say? Let’s have it repeated a little louder by the trumpet.” At the end of the room a loud speaker projected from the wall. The Director walked up to it and pressed a switch. “…all wear green,” said a soft but very distinct voice, beginning in the middle of a sentence, “and Delta Children wear khaki. Oh no, I don’t want to play with Delta children. And Epsilons are still worse. They’re too stupid to be able to read or write. Besides they wear black, which is such a beastly colour. I’m so glad I'm a Beta.”
There was a pause; then the voice began again. “Alpha children wear grey They work much harder than we do, because they’re so frightfully clever. I’m really awfuly glad I’m a Beta, because I don’t work so hard. And then we are much better than the Gammas and Deltas. Gammas are stupid. They all wear green, and Delta children…”… “They’ll have that repeated forty or fifty times more before they wake; then again on Thursday, and again on Saturday. A hundred and twenty times three times a week for thirty months. After which they go on to a more advanced lesson.”…“Till at last the child’s mind is these suggestions, and the sum of the
suggestions is the child’s mind. And not the child's mind only. The adult’s mind too–all his life long. The mind that judges and desires and decides–made up of these suggestions. But all these suggestions are our suggestions!” The Director almost shouted in his triumph. “Suggestions from the State.” He banged the nearest table. “It therefore follows…” A noise made him turn round.
“Oh, Ford!” he said in another tone, “I've gone and woken the children.” (ibidem, p. 26-28)


Lo slogan “ognuno appartiene a tutti gli altri” (Every one belongs to every one else) sottintende una perpetua comunione fisica di ogni tipo, indispensabile per evitare instabilità sociale nata da cause individuali:

“Our Ford – or Our Freud, as, for some inscrutable reason, he chose to call himself whenever he spoke of psychological matters – Our Freud had been the first to reveal the appalling dangers of family life. The world was full of fathers – was therefore full of misery; full of mothers – therefore of every kind of perversion from sadism to chastity; full of brothers, sisters, uncles, aunts – full of madness and suicide.”… “And yet, among the savages of Samoa, in certain islands off the coast of New Guinea”…” The tropical sunshine lay like warm honey on the naked bodies of children tumbling promiscuously among the hibiscus blossoms. Home was in any one
of twenty palm-thatched houses. In the Trobriands conception was the work of ancestral ghosts; nobody had ever heard of a father…”. “Extremes,” said the Controller, “meet. For the good reason that they were made to meet.”…”Mothers and fathers, brothers and sisters. But there were also husbands, wives, lovers. There were also monogamy and romance.”… “Family, monogamy, romance. Everywhere exclusiveness, a narrow channelling of impulse and energy.”… “But every one belongs to every one else,” he concluded, citing the hypnopaedic proverb…”. ”Stability,” said the Controller, “stability. No civilization without social stability. No social stability without individual stability.” His voice was a trumpet. Listening they felt larger, warmer. “The machine turns, turns and must keep on turning – for ever. It is death if it stands still…Wheels must turn steadily, but cannot turn untended. There must be men to tend them, men as steady as the wheels upon their axles, sane men, obedient men, stable in contentment.” (ibidem, p. 37-40)


L’etica del consumismo si sviluppa nella ricerca del piacere e dello svago, assicurati dalla tecnologia tramite la realtà virtuale (i film odorosi, feely), la musica e divertimenti sintetici (supercornet e Electromagnetic Golf), la prevenzione dell’invecchiamento e una droga chimica senza effetti collaterali, il Soma:

Now – such is progress–the old men work, the old men copulate, the old men have no time, no leisure from pleasure, not a moment to sit down and think – or if ever by some unlucky chance such a crevice of time should yawn in the solid substance of their distractions, there is always soma, delicious soma, half a gramme for a half-holiday, a gramme for a week-end, two grammes for a trip to the gorgeous East, three for a dark eternity on the moon; returning whence they find themselves on the other side of the crevice, safe on the solid ground of daily labour and distraction, scampering from feely to feely, from girl to pneumatic girl, from course to… (ibidem, p. 50)

martedì 16 settembre 2008

Sieg Heil!

Se, leggendo il post su 1984 (e la conseguente critica della prassi totalitaria del comunismo) qualcuno ha creduto che io avessi una visione politica opposta, sciolgo i dubbi pubblicando la mia analisi di un altro romanzo distopico, Swastika Night, incentrato, come si capisce dal titolo, su qualcosa di ben diverso. Buona lettura.


La Cassandra del XX secolo

Nel luglio 1940, in piena seconda guerra mondiale, la casa editrice inglese Left Book Club, di orientamento progressista (per la quale scriveva anche G. Orwell) decise di ripubblicare una novel, già edita nel 1937, il cui contenuto ora si rivelava drammaticamente attuale, essendo ambientata in un desolante medioevo futuro nel quale il Terzo Reich domina metà della superfice terrestre. L’autore del libro (scritto a soli quattro anni dall’ascesa di Hitler) si firmò Murray Constantine.
Nel 1985, la docente universitaria statunitense Daphne Patai, durante una ricerca sulla letteratura utopica femminile, ebbe l’occasione di leggere Swastika Night. Per la studiosa, il punto di vista dell’autore consisteva in un’accusa alla polarizzazione maschile del potere nella società e al suo conseguente culto eterodistruttivo della virilità, insolitamente attribuibili, anche secondo la Patai, a un Mr. Constantine. Ulteriori ricerche confermarono i sospetti, da tempo presenti fra i critici, che dietro uno pseudonimo maschile si celasse in realtà una donna, Katharine Burdekin.
Quel poco che si sa della sua vita è pubblicato nella postfazione dell’opera, ripubblicata nel 1985 dalla Feminist Press per conto della stessa Patai, a cui va il merito di averne salvato la figura dall’oblio. Descritta come una “intensely private person”, Katharine Penelope Cade nacque nel luglio 1896 a Derbyshire. Studiò al Cheltenham Ladies’ College. Nel 1915 sposò Beaufort Burdekin, dal quale ebbe due figli. Durante la Grande Guerra fece parte di un corpo volontario di infermiere che operavano nell’ospedale militare di Cheltenham. Nel 1920 seguì il marito in Australia fino al 1922, quando fece ritorno in Cornovaglia per vivere da sola con la madre e la sorella, Rowena Cade, fondatrice del Minack Theatre. Si sa che nel 1926 incontrò una donna con la quale visse fino alla propria scomparsa, avvenuta nel 1963. Scrisse, oltre a Swastika Night e altri racconti firmati però col vero nome, Quite Ways (1930), Proud Man (1934), Venus in Scorpio (1940, insieme a M. Goldsmith) mentre uscì postumo The End of This Day’s Business (1989), che la Patai ritiene essere stato scritto a cavallo fra gli anni Quaranta e Cinquanta(1) . La sua personale visione della storia e della cultura in rapporto ai condizionamenti dei ruoli nella società costruiti intorno a discriminazioni di tipo sessuale, ai quali è sottoposto l’individuo in un ambiente sostanzialmente patriarcale, anticiperà quella sviluppata negli anni Settanta dalla critica femminista.

(1) La Burdekin usò lo pseudonimo solo per le opere nelle quali rappresentava i legami tra discriminazione sessuale e totalitarismo. In Quiet Ways vengono confrontate le donne che si oppongono alla guerra mosse dall’istinto materno, con quelle che invece l’appoggiano per sudditanza psicologica e materiale ai “dominatori” maschi; invece, The End of This Day’s Business descrive una società post-marxista in cui però i termini della disparità maschio-femmina sono invertiti in senso ginocentrico


Il Sacro Germanico Impero

A Hohenlinden, Baviera, il Cavaliere Teutonico Friedrich von Hess sta officiando la funzione religiosa mensile; si volta verso la città santa, Monaco, in direzione del braccio occidentale della chiesa a forma di svastica per recitare, insieme agli altri uomini lì riuniti, il Credo del culto imperiale, l’Hitlerismo. Seguendo distrattamente la cerimonia, un certo Hermann, un ragazzone biondo di 25 anni, sta ammirando la figura di un giovane corista dai lunghi capelli biondi, mentre le parole del Credo rimbombano per tutto l’edificio, accompagnate dal suono solenne e marziale di organi e tamburi. Dopo aver ricordato ai presenti le leggi immutabili della Società Hitleriana(2) , il Cavaliere annuncia, ritirandosi, la fine del rito. Gli uomini comuni, i Nazisti, escono dalla chiesa per permettere la Funzione delle Donne, considerata indegna della presenza maschile. Una volta fuori, Hermann inaspettatamente incontra un amico, conosciuto durante il servizio militare svolto precedentemente in Inghilterra, che ora si trova in Germania per un pellegrinaggio ai luoghi santi del culto di Hitler.
Alfred, un tecnico aeronautico inglese, è una delle figure principali del libro. È un uomo dotato di grande spirito e intelligenza, capace di ricambiare disinteressatamente l’amicizia di Hermann. Quello che lega il giovane guerriero germanico (fisicamente temibile quanto istericamente infantile) ad Alfred è la consapevolezza che questi incarni una superiore specie di uomo, nonostante in ogni nazista sia inculcato il disprezzo per i popoli vinti e questi ultimi, almeno in senso spirituale, non si siano mai sentiti totalmente sottomessi. Tuttavia, durante una passeggiata in un bosco, le convinzioni “eretiche” che Alfred espone in compagnia dell’amico innescano in questi degli impulsi omicidi a stento frenati dalla loro amicizia. Come Nazista, Hermann dovrebbe uccidere Alfred con il suo pugnale da cerimonia ma non lo fa, sentendosi indegno del suo ruolo. Improvvisamente, Hermann sorprende il corista della cappella mentre sta tentando di violentare una ragazza Cristiana, sebbene questa, secondo le leggi Hitleriane, debba essere soggetta a un disprezzo totale. Pazzo di gelosia, Hermann percuote brutalmente il ragazzo, salvato solo dall’intervento di Alfred. Obbligati a riferire l’accaduto alle autorità, i due risalgono la gerarchia locale fino al cospetto del Cavaliere di Hohenlinden in persona.
La triade dei personaggi a questo punto è riunita. Friedrich von Hess, Cavaliere Teutonico del Circolo dei Dieci, porta con sé la maledizione della conoscenza. Egli possiede un libro nel quale è descritta in prima persona la realtà storica pre-Hitleriana, scritto da un suo antenato circa 600 anni prima, durante la genesi del culto di Hitler, concepito da un isterico, frustrato e sanguinario politico, W. von Wied, l’apostolo della nuova religione della virilità guerriera, un “successore” di J. Goebbels, il ministro della propaganda del Reich. La mitogenesi del potere si è attuata tramite la mistificazione della figura dell’Hitler storico assimilato esteticamente a Thor, a cui segue un plagio del mito della nascita di Atena (il Fuehrer è biondo e possente, non è nato da donna ma è esploso dalla testa del Padre). Seguono il provvedimento politico denominato “Riduzione delle Donne” e la distruzione della cultura alfabetica tramite i roghi dei libri, in una ancor più tragica Norimberga, che diede alla società l’ordine immutabile stabilito dai vincitori. Oltre al libro, anche una fotografia del Fuehrer in carne e ossa concorre a costituire la prova della mistificazione sulla quale si basa l’Impero Germanico. Per secoli i von Hess si sono tramandati il prezioso oggetto. In conseguenza del dissidio interno causato dalla conoscenza della verità accoppiata al ruolo ricoperto nella gerarchia Hitleriana, ogni von Hess ha sempre mostrato segni di eccentricità, ed è stato sempre trattato con sufficienza dai suoi pari. Ma questo Cavaliere non ha più eredi a cui affidare il documento, essendo questi deceduti durante azioni militari. Dopo un tentato suicidio avvenuto durante un volo a bordo del proprio aereo, lasciato pilotare intenzionalmente ad Alfred, poco esperto di volo pratico, von Hess ha nei giorni successivi una conversazione con il tecnico inglese. Dopo essersi convinto dell’integrità spirituale del suddito, lo reputa degno di essere messo a conoscenza del contenuto del manoscritto e di continuare la missione; dopo averlo fatto giurare nello stesso rito dei Cavalieri, gli affida il libro. Ma Alfred, terminato il pellegrinaggio, deve tornare in Inghilterra.
Hermann, pur di seguirlo, ritratta la sua versione dell’aggressione al corista e affronta la punizione dell’Esilio, scegliendo come destinazione la piana di Salisbury, dove Alfred lavora in un hangar militare Nazista. L’unico conforto del giovane tedesco, sconvolto dalle rivelazioni del Cavaliere e dal disonore della sua condizione di paria, è la vicinanza dell’amico inglese, verso il quale è possibile intuire che nutra un rapporto affettivo di natura velatamente omosessuale. D’altra parte Alfred, che si è riunito con i suoi figli Fred, Thomas e Jim, affida il libro ad un nascondiglio sotto Stonehenge, aiutato dal primogenito Fred e da Hermann. Dopo notti di lettura a lume di candela nell’antico rifugio militare scavato sotto i megaliti, Alfred decide di far visita ad un uomo, Joseph Black, appartenente alla setta dei Cristiani, per tentare di conoscere meglio il loro culto, alla luce di quanto appreso dal manoscritto. Si reca poi nel Quartiere delle Donne dove Ethel, che è temporaneamente in suo possesso, ha nel frattempo dato alla luce una bambina, Edith. L’etica dell’Impero Germanico (dalla quale Alfred, redarguito a proposito dal Cavaliere, non è mai stato totalmente immune) considera la nascita di una femmina un evento spiacevole per il padre e vergognoso per la madre; invece Alfred chiede all’incredula Ethel di poter tenere in braccio la piccola come se fosse un maschio. Brucia in lui la consapevolezza dello stato in cui versa ogni donna, confrontato con l’immagine di una florida ragazza ritratta nella foto al fianco di Hitler.
Proteggere la verità è però un’impresa rischiosa; durante una notte, una pattuglia armata di Nazisti scopre fortuitamente il nascondiglio. Fred riesce a scappare in tempo con il libro, mentre Hermann, per onorare il giuramento di fedeltà ad Alfred pronunciato di fronte al Cavaliere, viene ucciso dai soldati. Alfred, scioccato dalla vista dell’amico a terra, si getta a mani nude contro gli invasori per poi ritrovarsi, dopo uno stato di incoscienza, in un letto di ospedale, gravemente contuso e in fin di vita. A quel punto Alfred, che porta il nome del leggendario re inglese dalla grande cultura che difese il paese dall’invasione Scandinava, fa giurare a Fred, presso il suo capezzale, di continuare a custodire l’antico documento e di istruire, con saggezza e pazienza, altri uomini degni di recepirne il messaggio. In un finale drammatico, padre e figlio decidono di affidare il manoscritto di von Hess a J. Black. Sarà così virtualmente al sicuro dalle perquisizioni, ma altrettanto virtualmente inutile, poiché i Cristiani disprezzano l’alfabetismo. Il Santo Graal del terzo millennio viene così nascosto in una seconda cripta, dalle mura solide quanto il disprezzo xenofobo del quale è imbevuto un potere distruttivo dalla furia cieca, minacciato perfino dalla propria misoginia: perché, pochi lo sanno, la potenza della Germania sta rischiando il proprio untergang (declino). Infatti, la pace forzata con l’Impero Giapponese, l’eterno nemico, è stata voluta per abbassare il tasso di mortalità maschile e contenere il decremento demografico, in quanto le donne, le più sofferenti fra le creature, stanno ormai cessando di riprodursi. La loro natura biologica disprezzata, sminuita e vilipesa si sta ribellando ai dominatori semplicemente eseguendone gli ordini, cioè partorire prevalentemente figli maschi. L’umanità sta rischiando l’estinzione per sua stessa colpa; è questo il tragico destino che attende lo sprezzante, brutale e oscurantista Impero Germanico, se al nuovo crepuscolo degli dei seguirà l’ultima notte degli uomini, agonizzanti, sotto il segno della croce uncinata.

(2) As a woman is above a worm, So is a man above a woman. As a woman is above a worm, So is a worm above a Christian. So, my comrades, the lowest thing, The meanest, filthiest thing That crawls on the face of the earth Is a Christian woman. To touch her is uttermost defilement For a German man. To speak to her only is a shame. They are all outcast, the man, the woman and the child. My sons, forget it not! On pain of death or torture Or being cut off from blood. Heil Hitler.
(Swastika Night, Feminist Press, New York, 1985, p. 6-7)



Il Feudalesimo del Terzo Millennio

Nell’anno 720 dopo Hitler, il mondo è diviso in due grandi imperi. Padrone dell’Europa, dell’Africa e di metà continente eurasiatico, l’Impero Germanico divide con quello Giapponese il dominio sulle terre emerse. Come in 1984, le ideologie degli schieramenti sono identiche, con un Fuehrer da una parte e un Imperatore dall’altra, entrambi considerati di ascendenza divina. Il Terzo Reich, dopo una guerra ventennale, ha soggiogato un intero emisfero e vi ha instaurato le proprie istituzioni, secondo le quali quello tedesco si è dimostrato superiore a tutti gli altri popoli, arrogandosi poi il diritto di decidere le sorti dei vinti.
L’Impero Germanico è organizzato in una gerarchia piramidale(3) che vede, dall’alto in basso, il binomio divino Hitler-Dio Tonante, il suo pontefice il Fuerher, il proprio clero rappresentato dal Circolo Interno dei Dieci Cavalieri, i Nazisti tedeschi e, infine, tutti gli stranieri Hitleriani. Gli Ebrei sono stati annientati dovunque, i Cristiani che non hanno abiurato sono una minoranza emarginata, gli abitanti dei popoli sottomessi (ma anche i comuni Nazisti tedeschi) sono considerati dei sudditi dai quali ottenere forza lavoro, e infine, la condizione di ogni donna è quella di fungere da macchina riproduttiva alla totale mercè di ogni maschio. Esse sono confinate nei Quartieri delle Donne, autentici ghetti-lager sparsi per il Reich, nei quali i figli maschi vengono strappati alle madri dopo 18 mesi, mentre tutte le femmine sono considerate semischiave destinate a crescere, accudirsi a vicenda e procreare, obbligate a portare una uniforme che, insieme all’imposizione di portare i capelli rasati a zero e assumere una postura semieretta, contribuisce a cancellarne ogni tipo di antica bellezza; lo stesso linguaggio femminile è “ridotto ad un bisbiglio di paura tra le pareti del ghetto”(4) . Solo le donne Cristiane sono meno disprezzate delle altre: possono vivere in casa insieme ai figli; più che bestiame, sono considerate animali domestici senz’anima.
Al contrario, il potere maschile ha sviluppato una paradossale estetica secondo la quale la sola vanità concepibile è la propria; i capelli lunghi sono considerati simbolo di forza e bellezza (opinione condivisa anche dai Cristiani) e l’omosessualità, anche se scoraggiata ai fini della continuità della specie, è perfettamente tollerata. Il linguaggio dei dominatori è adorno di magniloquenti espressioni di sacralità guerriera(5) .
Benché in campo bellico si disponga di aerei, carri armati e navi da guerra, cultura, estetica religiosa ed economia sono retrocessi ad un livello medievale; i terreni vengono lavorati con la forza muscolare, solo chi è obbligato dal proprio ruolo è alfabetizzato (il sacerdote-Cavaliere von Hess ed il tecnico-meccanico Alfred, ma non il contadino-soldato Hermann), non esistono altri libri oltre a manuali tecnici e la Bibbia di Hitler, e il dogma di fede nella natura divina di Hitler, nel cui culto confluiscono sincreticamente gli aspetti più misticamente dispotici del Cristianesimo(6) e i caratteri più bellicosi del pantheon nordico, è ritenuto verità assoluta anche dai popoli conquistati.
Quello che non è stato abolito del passato è tenuto in vita dal potere solo per disporre di un termine di paragone con cui dimostrare la propria superiorità; così, Stonehenge non è stata distrutta al solo scopo di dimostrare l’inferiorità dell’architettura Inglese, mentre la lingua Tedesca non è stata imposta sulle altre perché ritenuta troppo sacra per essere condivisa anche dai dominati. Alle altre testimonianze hanno invece provveduto, nei secoli successivi, le fiamme e la violenza distruttrice del fanatismo.

(3) As a man is above a woman, So is a Nazi above any foreign Hitlerian. As a Nazi is above a foreign Hitlerian, So is a Knight above a Nazi. As a knight is above a Nazi, So is Der Fuehrer (whom may Hitler bless) Above all Knights, Even above the Inner Ring of Ten.
And as Der Fuehrer is above all Knights, So is God, our Lord Hitler, above der Fuehrer. But among God the Thunderer and our Lord Hitler No one is stronger than the other one, No one commands the other one, No one obey to the other one. Both are the same in this Holy Mystery.
Both are God.
Heil Hitler
(Swastika Night, 1985, Feminist Press, New York, p. 7)

(4) C. Pagetti, La notte della Svastica, prefazione, p. XI, Editori Riuniti, Roma, 1993.
(5) “Woman, where is my son? – Here, My Lord, here is your son that I, unworthy, have begotten.” (Swastika Night, 1985, Feminist Press, New York, p. 9)
(6) I believe in God the thunderer, who made this physical earth on which men march in their mortal bodies, and in His Heaven where all heroes are, and in His Son our Holy Adolf Hitler, the Only Man. Who was, not begotten, not born of a woman, but Exploded!
From the Head of His Father, He the perfect, the untainted Man-Child, whom we, mortals and defiled in our birth and in our conception, must ever worship and praise. Heil Hitler.
Who, in our need, in Germany’s need, in the world’s need; for our sake, for Germany’s sake, for the world’s sake ; came down from the Mountain, the Holy Mountain, the German Mountain, the nameless one, to march before us as Man who is God, to lead us, to deliver us, in darkness then, in sin and chaos and impurity, ringed down by devils, by Lenin, by Stalin, by Roehm, by Karl Barth, the four arch-fiends, whose necks He set under His Holy Hell, Grinding them into dust.
Who, when our Salvation was accomplished, went into the Forest, the Holy Forest, the German Forest, the nameless one; and was there reunited to His Father, God the Thunderer, so that we men, the mortals, the defiled at birth could see His Face no more.
And I believe that when all things are accomplished and the last heathen man is enlisted in His Holy Army, that Adolf Hitler our God will come again in martial glory to the sound of guns and aeroplanes, to the sound of trumpets and drums.And I believe in the Twin Arch-Heroes, Goering and Goebbels, who were found worthy even to be His Familiar Friends.
And I believe in pride, in courage, in violence, in brutality, in bloodshed, in ruthlessness, and all other soldierly and heroic virtues. Heil Hitler. (ibidem, p. 5-6)


Sangue e Onore

Sangue e Onore (Blut und Ehre) è un motto, inciso sulla lama dei pugnali in dotazione alle ShutzStaffel e sullo stesso che Hermann porta con sé dopo la funzione, in compagnia di Alfred. Fra il Reich storico e quello distopico le analogie ruotano, come in questo caso, attorno all’etica di un popolo che fa della propria superiorità militare un tratto di superiorità totale. La guerra e le virtù eroiche connesse costituiscono la pietra di paragone con cui giudicare il valore degli uomini. Lo Stato Nazionale voluto da Adolf Hitler (ex caporale decorato durante la Prima Guerra Mondiale) era inteso come una rinascita del precedente Reich Tedesco, forgiato dal dittatore sul fuoco del Reichstag, sul quale venne immolata la Repubblica di Weimar. Essa si costituituì dopo il Trattato di Versailles, dal quale la Germania uscì mutilata territorialmente e dissanguata economicamente. Secondo Hitler, una della cause della sconfitta andava imputata alla scarsa preparazione militare del popolo tedesco, la cui bellicosità era stata repressa dalla pacifica gestione borghese dello Stato e dall’internazionalismo Marxista.
Dalla nomina a Fuehrer nel ’33 fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale passarono solo sei anni, durante i quali la direzione dello Stato venne affidata, dopo lotte politiche interne (l’eliminazione delle SA, la vecchia guardia del Partito, culminata nella Notte dei lunghi coltelli), al Partito NazionalSocialista dei Lavoratori Tedeschi (N. S. D. A. P.), che aveva ormai scelto come simbolo la Svastica. La Germania avrebbe dovuto riconquistare il proprio lebensraum (spazio vitale) tramite la militarizzazione dello Stato sul rigido modello Prussiano; la sua epurazione dalle razze cosiddette inferiori (Untermensch) presenti su tale territorio nazionale; l’eliminazione della concorrenza politica; la ripresa dell’economia tedesca (ottenuta rioccupando e annettendo territori perduti dopo Versailles), disastrata dalla guerra precedente e dalla crisi del 1929, che investì tutto il mondo (ma non l’Unione Sovietica); una aggressiva politica estera, che avrebbe culminato nell’attacco alla Polonia del 1° settembre 39 e l’inizio delle ostilità. Ma, stretti dagli Alleati ad ovest e dall’Armata Rossa ad est, Hitler e la sua macchina bellica furono sconfitti. Il sogno di un Impero millenario naufragò a Berlino il 9 Maggio 1945. Due anni prima della guerra, la Burdekin,

che conosceva l’Hitler “rispettabile”, ammirato in tutto l’Occidente per aver salvato la Germania dalla crisi economica, e non ancora artefice delle leggi antisemite, ha già capito del Nazismo l’essenza oscurantista e totalitaria, maschilista e razzista, con la lucidità che può avere un’emarginata, una donna non sottomessa ai canoni di femminilità. Ella legge nel futuro come Cassandra l’oscura profezia di un universo in dissoluzione sotto il peso di un’ideologia folle e disperata…Eppure, la straordinaria qualità di straniamento prodotta dal romanzo della Burdekin non risiede soltanto in una visione così cruda e, a modo suo, capace di cogliere certe aberranti tendenze del Nazismo “storico”, già impregnato negli anni ’30 delle dottrine della razza, del sangue, del popolo superiore forgiato da un capo carismatico. Paradossalmente, l’immaginario Impero Hitleriano è lo spazio non della forza, ma della debolezza maschile. (cfr. C. Pagetti, La notte della Svastica, Editori Riuniti, Roma, 1993, prefazione, p. XI)


Gli Dei della Guerra

Cosa e come abbia fatto la Germania a scatenare la più sanguinosa e orrenda delle guerre moderne è un argomento ampiamente trattato dalla letteratura in campo storico. Cosa e come avrebbe fatto il Terzo Reich in caso di vittoria è l’argomento del romanzo della Burdekin. Il perché del Nazismo, della guerra e della Shoà è oggetto di studi accurati, di cui si occupano storici, filosofi, politici, giornalisti e psicologi, che ruotano tutti attorno alla figura di Adolf Hitler. Si tenterà qui di delineare invece che cosa sia stato in essenza il Nazismo, dal punto di vista della propria dottrina, della sua manifestazione storica e del suo demiurgo.
Si immagini il giovane caporale austriaco, ferito e temporaneamente menomato dai gas asfissianti(7) (usati in guerra per la prima volta), al quale è stata conferita una decorazione, apprendere in ospedale la notizia della resa della Germania. Se ne immagini la frustrazione di fronte al crollo dello Stato nel quale l’ex studente d’arte aveva intravisto, attraverso la carriera militare, una realizzazione personale. Se ne immagini il disprezzo nutrito verso coloro che, secondo lui, hanno concorso alla sconfitta, cioè il debole governo borghese, il boicottaggio dei partiti marxisti e vasti strati della casta militare colpevoli di non aver mostrato quel valore guerriero necessario alla vittoria. Se ne immagini, infine, la decisione di intraprendere una attività politica con la quale ristabilire l’ordine precedente il 1914, e magari anche vendicarsi. Questo è il punto principale della politica Hitleriana. Una violenta rivalsa finalizzata a fondare un impero destinato ad esercitare sulle altre nazioni una supremazia di tipo militare piuttosto che economica o culturale.

La guerra mondiale fu l’ultima ricevuta presentata al Reich dalla sbagliata politica estera del Reich stesso. Era un’altra la strada sa seguire: rinforzarsi nel Continente conquistando nuovi territori…Logicamente, era una politica che poteva essere attuata solo con l’alleanza dell’Inghilterra oppure aumentando in maniera eccezionale la forza armata ottenendo però come conseguenza un minor sviluppo dei compiti culturali per 40 o 50 anni. Questo sarebbe stato ben tollerato. (Mein Kampf, p. 195)

Il primo tentativo fallito di conquistare il potere, il Putsch del 1925 a Monaco, darà occasione ad Hitler, condannato ad un breve periodo di reclusione, di descrivere il proprio programma politico nel libro intitolato Mein Kampf (La Mia Battaglia). Nel 1930 il libro costava 12 Marchi e veniva stampato nel formato 12 x 18,9 centimetri, quello normalmente adoperato per la Bibbia. Nel libro:

Oltre a caratterizzare il tipico antisemitismo nazista (una gerarchia di razze con a capo gli ariani dai capelli biondi e occhi azzurri, puri e superiori agli ebrei), Hitler esorta allo sterminio del marxismo e contemporaneamente, alla creazione di un socialismo nazionale (lotta di razza invece di lotta di classe); la richiesta della sconfitta del bolscevismo attraverso una guerra di razza; lo stabilimento di più territorio nell'Est per nuovi spazi di vita che avrebbero realizzato il “destino storico” dei tedeschi; l’alleanza con l’Inghilterra col fine di evitare una seconda guerra a due fronti; l’ulteriore polemica al parlamentarismo con la proposta di trasformarlo in un Führerstaat (dittatura); il riassunto di tutto quanto nel programma del partito nazional-socialista tedesco dei lavoratori (NSDAP); autobiografia e storia del partito fino al 1924. (Fonte: Wikipedia)

I referenti politico-culturali del Nazismo possono essere rintracciati nell’Ottocento: parte non indifferente ha giocato il concetto darwiniano della sopravvivenza del più adatto tramite la “struggle for life”. Inoltre, si ricordino le dottrine di superiorità della razza bianca rispetto alle altre, propugnate in opuscoli come il Saggio sulla disuguaglianza delle razze a firma di J. A. de Gobineau, dottrine ottenute distorcendo il significato degli esiti dei primi studi linguistici sull’Indoeuropeo (definito allora anche Indogermanico) ed identificando una razza umana superiore definita Ariana (dal sanscrito Arya, nobile), i cui ultimi esponenti incontaminati risiedono nelle regioni del Nord Europa; a questo mito ha inconsapevolmente contribuito anche lo storico romano Tacito nel De Origine et Situ Germanorum, quando descrive le tribù al di là del limes come un popolo dai tratti somatici (colore di occhi e capelli, statura) uguali solo ai propri.

La lotta che presentemente infuria ha scopi molto grandi: una civiltà lotta per la propria sopravvivenza: una civiltà che comprende in sé millenni e che contiene insieme l’Ellenismo e il Germanesimo. (Mein Kampf, p. 48)


Da questo passato, ritenuto opportunisticamente glorioso e mitico, l’estetica nazista mutuò il proprio simbolo, l’antica raffigurazione solare della cultura indiana, la Svastica, dal sanscrito svasti, felicità, salute.

Dopo moltissime prove, disegnai la forma finale: un vessillo rosso con un disco bianco, al centro del quale era posta una croce uncinata nera…Nel rosso, riconosciamo l’idea sociale del movimento, nel bianco l’idea nazionalista, nella croce uncinata, l’impegno a combattere per l’affermazione dell’uomo ariano e per il diffondersi della tendenza al lavoro creativo, che fu e sarà sempre antisemitico. (ibidem, p. 112-113)


Certamente, nell’elaborazione ideologica del nazismo confluirono il concetto filosofico dell’Ubermensch (il Superuomo), quello della volontà aristocratica di potenza dei pochi eletti sul resto dell’umanità e quello che considera il Cristianesimo una malattia dell’anima, uno strumento di dominio da parte della Chiesa secolare volto ad annullare la vitalità dell’essere umano, presenti nell’opera filosofica di F. W. Nietszche (che pure non si pronunciò mai in favore dell’antisemitismo).
In questa ottica la morale Cristiana, se non la religione, venne sempre più ignorata, sostituita da una ritualità pagana originatasi dall’irrazionalismo romantico tedesco, che, toccando l’apice della grandezza nelle rappresentazioni drammatiche adorne di possenti sinfonie di R. Wagner, tendeva a recuperare l’antica estetica della mitologia nordica e dei suoi eroi immortali, privilegiandone il lato guerriero e aggressivo. Come gli antichi Greci disprezzavano i non Greci, così l’altro, il non Ariano, che diveniva oggetto di odio e disprezzo, venne identificato nel comunista e nell’Ebreo, accomunati storicamente nel Marx della dottrina Socialista.

Nel momento stesso in cui in Germania il comunismo sarà annientato, il giogo tedesco sarà per sempre distrutto. Poiché noi, nell’andamento della storia, non uscimmo mai annientati dalla potenza dei nostri nemici, ma soltanto dai nostri propri difetti e dagli avversari interni. (ibidem p. 254)


Come per gli antichi Spartani, il cui corpo sociale doveva essere composto solo da quelli che avrebbero potuto combattere per la comunità ottenuto eliminando i non adatti alla sopravvivenza, la politica razziale nazista si attuò con progetti di eutanasia (l’Aktion T4, dapprima applicato sui neonati e poi esteso ad altri soggetti che soffrissero di gravi infermità), di genocidio (la “Soluzione Finale” al problema ebraico tramite cremazione e gas asfissianti), di eugenetica (la sterilizzazione di “indesiderabili” e il Progetto Lebensborn, “fonte di vita”, ossia l’unione coatta fra cittadini ritenuti i migliori elementi della razza ariana, finalizzata a generare i futuri padroni del mondo) e di conquista territoriale, il LebensRaum, lo spazio vitale, ottenuto sterminando le forze nemiche o renderle schiave nei campi di concentramento.

Se all’inizio o durante il conflitto si fossero uccisi col gas dodici o quindicimila di quei giudei distruttori del popolo, come rimasero uccisi dal gas sui campi di battaglia centinaia di migliaia di tedeschi di tutte le classi, non sarebbero morte invano milioni di persone. Ammazzando dodicimila criminali finché si era in tempo avrebbero guadagnato la vita un milione di preziosi tedeschi…Che cosa predomina nel mondo borghese, l’impotenza, la vigliaccheria o la distorsione mentale? (ibidem, p. 251)


Per ottenere tutto ciò, venne approntato il sistema della violenza, sviluppatosi nelle SS di Heinrich Himmler, braccio armato del Partito Nazista e depositario dell’etica del regime; nella propaganda mistificatrice di Joseph Goebbels, fra pseudoscienza e roghi di libri; nel controllo totalitario di Hermann Goering sulle forze armate, piegate alle direttive del potere politico come non mai durante le precedenti monarchie(8). Così, facendo leva su malcontento economico, xenofobia latente e sentimenti irredentisti, un solo uomo riuscì a muovere un intero popolo verso un anacronistico ritorno ad un’epoca di guerre di popoli e di conquiste territoriali, quando il destino degli uomini era deciso dalla loro forza in battaglia e la pietà era ben lungi dal nascere, un futuro primitivo governato dalla Pax Germanica,

una pace non sostenuta dagli scodinzolamenti di piagnucolosi discorsi pacifisti, ma basata sulla spada vincitrice di un popolo dominatore che si impadronisce del mondo per l’utilità di una civiltà superiore. (ibidem, p. 24).


(7) L’uso dei gas nei lager fu forse introdotto anche dalla ritorsione personale del futuro dittatore? Di certo un senso della vendetta appare anche dopo la conquista di Parigi: Hitler sottoscrive la resa (parziale) della Francia a Versailles, nello stesso vagone ferroviario dove prima la Germania era stata smembrata dal precedente Trattato, vagone che poi farà distruggere con dell’esplosivo; le V1 e V2 inoltre erano l’abbreviazione di Vergeltungswaffe 1 e 2, quindi “prima e seconda vendetta”.
(8) Il codice militare germanico era sempre basato sul vecchio “Rechtstaat”, quello guglielmino, e in uno degli articoli che veniva di peso riportato, era contenuto il famoso “Paragrafo 47” il quale autorizzava i soldati a resistere agli ordini dei superiori se essi contraddicevano i codici morali e penali. L’obbedienza era dovuta non ad ordini che andassero contro la morale, ma doveva sempre essere soggetta alla legge, pena il suo annullamento. Di conseguenza, questo riguardava i soldati, la Wehrmacht, non le SS.
In alcuni casi ufficiali della Wehrmacht si rifiutarono di collaborare con il SD (servizio di sicurezza). Conosciamo ad esempio la presa di posizione dell’ammiraglio Canaris capo dell’Abwehr, il controspionaggio, che già l’8 settembre comunicava al generale von Stuelpnagel capo del Quartier Generale 1 che le SS si vantavano di fucilare giornalmente 2-300 polacchi. Qualche giorno dopo nel treno del Fuehrer, a Illnau, Canaris informava del fatto il generale Keitel aggiungendo: “Un giorno il mondo riterrà responsabile di ciò anche la Wehrmacht, sotto i cui occhi avvengono tali cose”.